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Nell'ottobre del 1983, mentre i sovietici invadono l'Afghanistan, i mujaheddin seppelliscono Raffaele Favero con gli onori di un martire di guerra. Rafiullah, come Raffaele si firma nelle sue lettere giovanili, era lì per girare un documentario televisivo. Era partito da Milano, negli anni '70, per raggiungere l'India. Ma si è fermato in Afghanistan. Convertito all'Islam, progetta di costituire una comune, si ostina a piantare nel deserto decine di eucaliptus. Per vivere fa il contrabbandiere, l'attore, l'ingegnere edile, chiede soldi a casa. Impara a parlare il pashtun, diventa fratello e amico dei mujaheddin. In questo volume si ripercorre, attraverso le sue lettere alla famiglia, la storia di un uomo, dai giorni freak all'esperienza di padre.